Per Attinia la scelta della scultura ha un aspetto vocazionale, si leva da una “necessità interiore” nei confronti della materia e dei materiali di cui l’artista scopre il fascino piegandoli alla costruzione del linguaggio. Un “corpo a corpo” potremmo dire, dalle alterne vicende, tra l’artista che si impone o si arrende e la materia che cede o resiste. Materie naturali, organiche, materiali artificiali, derivati della produzione industriale, plexiglass, metalli, oggetti trovati, immagine, suono, video, rappresentano il lessico multiforme di racconti molteplici che trovano compiutezza nella dimensione installativa. E’ l’installazione, la scultura installativa, che lega la mescolanza dei media generando discorsi che sono rivolti essenzialmente al fruitore, a sollecitare le sue risposte percettive, mentali, emotive.
Etereogenia è un progetto artistico che muove da una articolata indagine condotta sul corpo. Corpo individuale, corpo sociale, corpo della scultura, oggetto/essere, tessuto, intramatura di funzioni dinamiche complesse, textum. Sotto lo sguardo trepido di una sensibilità che denuncia tratti distintivi della psicologia femminile, le immagini vengono “lasciate avvenire” e il risultato non è mai definitivo, rimane invece una lettura incerta, aperta, allusiva, che può modificarsi ad ogni incontro e ad ogni sguardo.
Come nella scultura tradizionale i valori legati al modellato plastico andavano letti simbolicamente, allo stesso modo il rapporto/contrasto tra geometria e organicità, naturale e artificiale, peso e leggerezza, materiale e immateriale, ordine e disordine, nelle opere di Attinia va interpretato alla luce delle contraddizioni che compongono l’umana realtà.

Loretta Fabrizi


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