radice del dissenso




 
Passeggiando in riva al mare m’incontrai con un tronco, un semplice legno restituito dalle onde ma sapientemente scolpito dalla natura. Un oggetto trovato, o meglio un oggetto che mi ha trovata in una mattina d’inverno, su di una spiaggia deserta ma popolata di vento.
Forte l’ho sentita, quel giorno la natura, in quel momento d’intimo dialogo, in tutta la sua dirompente magia.
L’ho portato via con me e custodito come una reliquia, l’ho asciugato, accarezzato, scrutato, immortalato nei particolari e nel suo insieme, ma non bastava, mi chiedeva dell’altro, mi chiedeva di continuare ad esistere, di testimoniare la sua estrinseca bellezza e l’intrinseco dissenso, come in un tacito messaggio, della natura verso lo scempio che l’uomo continua a perpetuare.
Ecco, doveva esistere e resistere come testimone, testimone di una bellezza ormai in via d’estinzione, di una bellezza che oggi, all’uomo miope, non è data più vedere o comunque sempre meno riconosce.